06 – io credo – Seguire le proprie passioni è uno sbaglio?

“Chi sono io davvero”?
“Qual è la mia vera passione?”.
“Sto davvero facendo quello che amo nella mia vita?”

Non so quante volte io mi sia posto queste domande.
Non le conto, ma mi ricordo benissimo la sensazione frustrante di trovarmi a fissare un punto nel vuoto e lasciarle ogni volta senza risposta.

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In questa e nelle prossime puntate vorrei parlarti di come è andata la mia ricerca, di cosa ho sbagliato e della strategia che ho trovato per risolvere questo dubbio amletico.
Piccolo spoiler? adesso queste domande non me le faccio più.

Le tre domande iniziali sono ampie, profonde e necessitano di tanto tempo per avere una risposta chiara.
Eppure, sembra che la soluzione universale a questo problema ci sia, sia una sola e sia anche semplice.

Bellissimo! Grande! Dai mago Oronzo svelaci il segreto!!

Piccolo stolto essere umano, è presto detto, basta accendere la tv, la radio o leggere qualche intervista del guru di turno: La soluzione è “SEGUI LE TUE PASSIONI” !!

Il concetto è in apparenza semplice: io ho una passione e devo trovare un lavoro che mi permetta di perseguirla. Ti dice qualcosa?
Dato che siamo in confidenza, chiameremo questo concetto “L’ipotesi delle passioni”.

O – per dirla alla Steve Jobs nel suo famoso discorso a Stanford del 2005, “Vivi il tuo sogno. La vita è troppo breve per fare quello che credi di dover fare. Passion is the engine to living your life. Don’t settle”.

Oggi ti parlo di come questo concetto, o ipotesi, sia una vera cazzata e perché non solo non sia vera, ma possa anche essere dannosa per la nostra felicità. Andiamo!

Nel 2002 un team di ricerca guidato dallo psicologo J. Vallerand, condusse un estensiva ricerca nelle università canadesi con uno scopo molto semplice: scoprire se gli studenti avessero passioni e quali fossero.

Il survey dimostrò che oltre l’84% degli studenti le aveva. Bene! Sembra un ottimo risultato.

Ma di queste, le prime 5 passioni erano danza, hockey, sci, (ricordiamoci che sono canadesi 🙂 ) lettura, nuoto. Ossia il 96% delle passioni avevano a che fare con arte e sport. Solo il 4% era in relazione con business o educazione. Quanti lavori disponibili ci sono nel mondo relativi ad arte e sport? Quanti di quegli studenti rimarranno insoddisfatti, se dovessero essere felici seguendo le loro passioni?

Lo stesso Steve Jobs, non ha per niente seguito il suo consiglio.

Prima di fondare Apple, non era interessato né in elettronica né in business. Le uniche materie seguite erano Western history e danza, e l’unica classe in cui era presente era quella del Hare Krishna Temple. L’unico lavoro correlato alla tecnologia fu ad Atari nei primi ‘70, lavoro che lasciò prima per vivere nella All-One farm (una comunità hippie in California) e poi per pomparsi di acidi in India.

Non si può dire che Steve Jobs non fosse una persona felice del suo lavoro. La passione ardeva nel suo sguardo come pochi sulla terra. Ma per essere chiari, se Steve Jobs avesse seguito il suo stesso consiglio, non sarebbe diventato Steve Jobs.

Quindi, smontato il concetto di “seguire la tua passione” come soluzione, rimane la domanda “Come trovare il lavoro che amo?

Prima di rispondere proviamo a guardarci in giro. Siamo gli unici a chiederci queste cose? Cosa pensano gli altri del loro lavoro?

Una delle ricerche più famose sul tema è di Amy Wrzesniewski, dove la ricercatrice intervista dipendenti di vari tipi di mansioni e scopre 3 modi in cui le persone vedono il proprio lavoro:

  • Un lavoro – è un modo per pagare le bollette.
  • una carriera  – è un percorso verso lavori sempre migliori
  • una chiamata (the calling) – è un lavoro così importante nella nostra vita che costruisce anche la nostra identità.

E quello che scopre è che all’interno di lavori simili, c’è una caratteristica fondamentale che accomuna persone che amano il loro lavoro: è il tempo da cui lo praticano.

Cioè i dipendenti più appassionati non erano quelli che avevano seguito le loro passioni ma quelli che avevano praticato il loro lavoro per abbastanza tempo da diventare bravi in quello che fanno.

MMM. Questo aveva aggiunto un nuovo elemento nella mia testa.

Davvero il trucco è solo questo? Lavorare a manetta in un ambito fino a diventare in gamba?

No, non mi convinceva, volevo capire di più. Per scoprire qual’era la cosa che volevo fare dovevo scavare ancora.
E quindi mi mancava un altro elemento: Che caratteristiche deve avere il lavoro dei sogni?


C’è una teoria molto interessante al riguardo.

E di questa, te ne parlo nella prossima puntata.

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